In Italia la cremazione dei defunti e la dispersione delle ceneri è consentita ma va chiesta un'autorizzazione al comune di appartenenza. Il principio base, sancito dalla legge numero 130 del 30 marzo 2001 è che "non costituisce reato la dispersione delle ceneri di cadavere autorizzata dall'ufficiale dello stato civile sulla base di espressa volontà del defunto". Dunque, occorre avere un permesso del Comune per disperdere le ceneri. Invece, "la dispersione delle ceneri non autorizzata dall'ufficiale dello stato civile, o effettuata con modalità diverse rispetto a quanto indicato dal defunto, è punita con la reclusione da due mesi a un anno e con la multa da 2.582 a 12.911 euro".
La legge stabilisce poi che "la dispersione delle ceneri è consentita, nel rispetto della volontà del defunto, unicamente in aree a ciò appositamente destinate all'interno dei cimiteri o in natura o in aree private; la dispersione in aree private deve avvenire all'aperto e con il consenso dei proprietari, e non può comunque dare luogo ad attività aventi fini di lucro; la dispersione delle ceneri è in ogni caso vietata nei centri abitati". Previsto, inoltre, che "la dispersione in mare, nei laghi e nei fiumi è consentita nei tratti liberi da natanti e da manufatti". Non chiunque può disperdere le ceneri: la legge puntualizza che sono legittimati solo il coniuge o un altro familiare avente diritto, l'esecutore testamentario o il rappresentante legale dell'associazione cui il defunto risultava iscritto o, in mancanza, dal personale autorizzato dal Comune.
In questa epigrafe, che si trova all’ingresso del Tempio Crematorio di Torino, è sintetizzata la “quaestio” ontologica del movimento cremazionista. Da sempre il rapporto dell’uomo nei confronti del processo biochimico
della lenta ed inesorabile decomposizione della salma è stato caratterizzato da sentimenti di disagio, di sconcerto, di intima ribellione. Da sempre questo progressivo disfacimento delle membra è stato considerato come un’offesa alla dignità
dell’uomo oltre che un pericolo dal punto di vista igienico-sanitario.
Il pensiero cremazionista intende non soltanto rispondere razionalmente al bisogno sopra descritto ma vuole anche proporre una simbolica alternativa al “ritorno alla terra”
comunemente inteso e all’ingenuo tentativo di “fermare il tempo”. La cremazione è significativa di una diversa interpretazione del percorso che porta il corpo al di là del confine e, metaforicamente, diventa un passaggio orientato
non più verso il basso ma verso l’alto: è una rivisitazione del rapporto esistente tra corpo, natura, tempo e vita nel quale si delinea una più liberante visione di ciò che dalla materia – e dal tempo – prescinde,
si distingue e viene separato, per ritrovare consonanza nella memoria.